MILANO - Il terremoto che ha devastato Haiti potrebbe aver ucciso più di centomila persone. La tragica previsione è del premier Jean Max Bellerive, intervistato dalla Cnn: «È difficile fare una valutazione precisa del numero delle vittime - ha ammesso -, di quanti edifici e quante costruzioni siano crollati con le persone dentro. Credo che siamo al di sopra delle centomila vittime. Spero che non sia vero, spero che la gente abbia avuto il tempo di uscire in strada. Alcuni quartieri sono stati distrutti completamente, non si vede più una persona».
PAESE DISTRUTTO» - Alle sue parole hanno fatto eco quelle del presidente René Preval, che ha detto: «È una catastrofe, il Paese è distrutto». Preval si è salvato insieme alla sua famiglia perché non si trovava nel palazzo presidenziale. Un senatore haitiano di opposizione, Youri Latortue (nipote dell'ex presidente Gerard Latortue), ha ipotizzato un bilancio ancora più drammatico: parlando con l'Associated Press ha detto che i morti potrebbero essere 500mila, pur ammettendo che al momento è impossibile fornire cifre reali. Lo ha affermato in base alla stima dei danni provocati dal terremoto.
TRE MILIONI COLPITI - Il sisma, di magnitudo 7, ha colpito martedì alle 16.53 (le 22.53 in Italia), con epicentro a una quindicina di chilometri dalla capitale Port-au-Prince. Contemporaneamente è stato diramato un allarme tsunami per tutto il quadrante caraibico, poi rientrato. Non c'è ancora un bilancio delle vittime e degli sfollati, ma secondo l'Onu e la Croce Rossa il sisma ha colpito in vario modo dai 3 ai 3,5 milioni di persone, oltre un terzo della popolazione totale del Paese. Di certo migliaia di persone sono sepolte sotto le macerie e i soccorritori stanno lottando contro il tempo per estrarne vive quante più possibile. Solo un ospedale è rimasto in piedi ma ha già esaurito la capacità di accoglienza; la Croce Rossa internazionale si sta attrezzando per allestire alcuni punti di pronto soccorso da campo. Il sottosegretario Onu agli affari umanitari John Holmes ha spiegato che Port-au-Prince e i suoi dintorni rappresentano l'aerea più colpita del Paese. danneggiata, in misura minore, anche la cittadina di Carrefour, a sud della capitale. «C'è un bisogno disperato di materiale e personale medico - ha spiegato Holmes -, nei prossimi giorni lanceremo un appello alla comunità internazionale ed elencheremo con maggiore precisione i bisogni della popolazione e quali sono le risorse necessarie». «Chiese, scuole, ospedali sono crollati, l'acqua scarseggia, migliaia di persone non hanno più una casa» ha aggiunto il portavoce del Palazzo di Vetro Martin Nesirsky.
risorse:corriere.it
PAESE DISTRUTTO» - Alle sue parole hanno fatto eco quelle del presidente René Preval, che ha detto: «È una catastrofe, il Paese è distrutto». Preval si è salvato insieme alla sua famiglia perché non si trovava nel palazzo presidenziale. Un senatore haitiano di opposizione, Youri Latortue (nipote dell'ex presidente Gerard Latortue), ha ipotizzato un bilancio ancora più drammatico: parlando con l'Associated Press ha detto che i morti potrebbero essere 500mila, pur ammettendo che al momento è impossibile fornire cifre reali. Lo ha affermato in base alla stima dei danni provocati dal terremoto.
TRE MILIONI COLPITI - Il sisma, di magnitudo 7, ha colpito martedì alle 16.53 (le 22.53 in Italia), con epicentro a una quindicina di chilometri dalla capitale Port-au-Prince. Contemporaneamente è stato diramato un allarme tsunami per tutto il quadrante caraibico, poi rientrato. Non c'è ancora un bilancio delle vittime e degli sfollati, ma secondo l'Onu e la Croce Rossa il sisma ha colpito in vario modo dai 3 ai 3,5 milioni di persone, oltre un terzo della popolazione totale del Paese. Di certo migliaia di persone sono sepolte sotto le macerie e i soccorritori stanno lottando contro il tempo per estrarne vive quante più possibile. Solo un ospedale è rimasto in piedi ma ha già esaurito la capacità di accoglienza; la Croce Rossa internazionale si sta attrezzando per allestire alcuni punti di pronto soccorso da campo. Il sottosegretario Onu agli affari umanitari John Holmes ha spiegato che Port-au-Prince e i suoi dintorni rappresentano l'aerea più colpita del Paese. danneggiata, in misura minore, anche la cittadina di Carrefour, a sud della capitale. «C'è un bisogno disperato di materiale e personale medico - ha spiegato Holmes -, nei prossimi giorni lanceremo un appello alla comunità internazionale ed elencheremo con maggiore precisione i bisogni della popolazione e quali sono le risorse necessarie». «Chiese, scuole, ospedali sono crollati, l'acqua scarseggia, migliaia di persone non hanno più una casa» ha aggiunto il portavoce del Palazzo di Vetro Martin Nesirsky.
risorse:corriere.it